martedì 14 ottobre 2008
sabato 4 ottobre 2008
MANERBA. «I pannelli fotovoltaici non sono antiestetici»
da bresciaoggi.it di Sergio Zanca
Il Tribunale amministrativo regionale di Brescia ha sospeso l’efficacia di un decreto del Soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici Luca Rinaldi che lo scorso giugno aveva annullato l’autorizzazione rilasciata dal Comune di Manerba per la posa di 500 pannelli solari da 0,80 x 1,60 metri (superficie di 632 metri quadri), da collocare sul solaio di copertura del complesso edilizio in via Boschetti, località Solarolo.
GLI EDIFICI sono suddivisi in due blocchi, uno con destinazione residenziale (zona B1 di completamento) e uno adibito a casa per anziani (zona F2 attrezzature sociali). L’impianto è progettato per produrre energia elettrica da cedere in rete. L’annullamento deciso da Rinaldi «si basava su presunte carenze documentali e istruttorie e sulla sottovalutazione degli elementi di criticità ambientale e del disturbo visivo». Il Tar (presidente Sergio Conti, consigliere Mario Mosconi, estensore Mauro Pedron) ha detto di non essere d’accordo. «Il progetto – leggiamo nella sentenza - è corredato degli studi necessari per l’analisi dell’intervento edilizio, tra cui la relazione paesistica, che prende in considerazione i livelli di tutela esistenti».
E ancora: «L’inserimento di impianti tecnologici in zone vincolate che tutela i valori estetici di un quadro d’insieme deve essere valutato tenendo presente la natura e la finalità di tali impianti.
L’uso di pannelli fotovoltaici è attualmente considerato desiderabile per il contributo alla produzione di energia elettrica senza inconvenienti ambientali. Questo modifica, almeno in parte, il giudizio estetico. Pertanto la presenza di pannelli sul tetto di edifici esistenti, pur innovando la tipologia e la morfologia della copertura, non va percepita esclusivamente come un fattore di disturbo visivo».
IL RICORSO al Tribunale amministrativo era stato presentato dalla srl Manerba Investimenti, rappresentata dall’avvocato Giovanni Onofri. La società pubblica, presieduta dall’ex sindaco Isidoro Bertini, che si avvale della collaborazione di Energetica, l’agenzia di Artogne, ha puntato grosso sulla installazione dei pannelli solari.
«Per ragioni di convenienza e risparmio fiscale –ha avuto modo di ricordare Bertini - il municipio ci ha incaricato di acquistare 17 appartamenti (a un prezzo inferiore del 40% a quello di mercato) nella struttura casa albergo per anziani «Le farfalle». Abbiamo acceso un mutuo che pagheremo con gli affitti. Senza dimenticare che il valore degli alloggi si rivaluta nel tempo». Sul tetto, i pannelli. Bocciati dalla Soprintendenza e promossi dal Tar.
Il Tribunale amministrativo regionale di Brescia ha sospeso l’efficacia di un decreto del Soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici Luca Rinaldi che lo scorso giugno aveva annullato l’autorizzazione rilasciata dal Comune di Manerba per la posa di 500 pannelli solari da 0,80 x 1,60 metri (superficie di 632 metri quadri), da collocare sul solaio di copertura del complesso edilizio in via Boschetti, località Solarolo.
GLI EDIFICI sono suddivisi in due blocchi, uno con destinazione residenziale (zona B1 di completamento) e uno adibito a casa per anziani (zona F2 attrezzature sociali). L’impianto è progettato per produrre energia elettrica da cedere in rete. L’annullamento deciso da Rinaldi «si basava su presunte carenze documentali e istruttorie e sulla sottovalutazione degli elementi di criticità ambientale e del disturbo visivo». Il Tar (presidente Sergio Conti, consigliere Mario Mosconi, estensore Mauro Pedron) ha detto di non essere d’accordo. «Il progetto – leggiamo nella sentenza - è corredato degli studi necessari per l’analisi dell’intervento edilizio, tra cui la relazione paesistica, che prende in considerazione i livelli di tutela esistenti».
E ancora: «L’inserimento di impianti tecnologici in zone vincolate che tutela i valori estetici di un quadro d’insieme deve essere valutato tenendo presente la natura e la finalità di tali impianti.
L’uso di pannelli fotovoltaici è attualmente considerato desiderabile per il contributo alla produzione di energia elettrica senza inconvenienti ambientali. Questo modifica, almeno in parte, il giudizio estetico. Pertanto la presenza di pannelli sul tetto di edifici esistenti, pur innovando la tipologia e la morfologia della copertura, non va percepita esclusivamente come un fattore di disturbo visivo».
IL RICORSO al Tribunale amministrativo era stato presentato dalla srl Manerba Investimenti, rappresentata dall’avvocato Giovanni Onofri. La società pubblica, presieduta dall’ex sindaco Isidoro Bertini, che si avvale della collaborazione di Energetica, l’agenzia di Artogne, ha puntato grosso sulla installazione dei pannelli solari.
«Per ragioni di convenienza e risparmio fiscale –ha avuto modo di ricordare Bertini - il municipio ci ha incaricato di acquistare 17 appartamenti (a un prezzo inferiore del 40% a quello di mercato) nella struttura casa albergo per anziani «Le farfalle». Abbiamo acceso un mutuo che pagheremo con gli affitti. Senza dimenticare che il valore degli alloggi si rivaluta nel tempo». Sul tetto, i pannelli. Bocciati dalla Soprintendenza e promossi dal Tar.
MANERBA. Quattro progetti tornano in pista.
La Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici delle province di Brescia, Cremona e Mantova non ha molta fortuna con Manerba. La snc «Il ginepro» di Angossini & c., difesa dagli avvocati Italo Ferrari, Francesco e Gianfranco Fontana, ha ottenuto l’annullamento del decreto contrario all’autorizzazione rilasciata dal Comune per costruire un nuovo edificio residenziale in via Pisenze, vicino alla rocca, in zona B3 (di completamento). Motivo: il lago è distante, inoltre esistono barriere vegetali. Inoltre il riporto di terra per un metro sopra il piano di campagna è consentito dal Prg. Identica sentenza a favore della sas «Sil» di Alessandro Fada & c., affidatasi allo stesso studio legale, sempre a Pisenze.
HA AVUTO ragione anche Pasqua Pirlo Bocchio (avvocato Alberto Luppi) che si era vista bocciare dalla Soprintendenza un piano di recupero per ristrutturazione e sopralzo di un edificio in località Solarolo. «Il Comune – sostiene il Tar - non ha sottovalutato gli elementi di disturbo apportati dall’intervento, in particolare per quanto riguarda l’ingombro visivo e la modifica dello skyline, ma ha chiarito che le innovazioni si integrano nel contesto del centro storico. A questo risultato concorre l’uso di elementi architettonici tradizionali (copertura a falde con manto in coppi, serramenti in legno, archi, intonaco con pigmentazione coerente)».
È andata bene anche alla sas «Alma» di Luciano Romano (avvocato Luppi), che intendeva costruire tre edifici residenziali, per un totale di dieci unità abitative, nell’ambito del piano di lottizzazione «Ai colli». «La modifica dell’andamento del terreno è limitata, e non cambia la percezione della collina morenica», sostiene il Tribunale amministrativo.S.ZA.
HA AVUTO ragione anche Pasqua Pirlo Bocchio (avvocato Alberto Luppi) che si era vista bocciare dalla Soprintendenza un piano di recupero per ristrutturazione e sopralzo di un edificio in località Solarolo. «Il Comune – sostiene il Tar - non ha sottovalutato gli elementi di disturbo apportati dall’intervento, in particolare per quanto riguarda l’ingombro visivo e la modifica dello skyline, ma ha chiarito che le innovazioni si integrano nel contesto del centro storico. A questo risultato concorre l’uso di elementi architettonici tradizionali (copertura a falde con manto in coppi, serramenti in legno, archi, intonaco con pigmentazione coerente)».
È andata bene anche alla sas «Alma» di Luciano Romano (avvocato Luppi), che intendeva costruire tre edifici residenziali, per un totale di dieci unità abitative, nell’ambito del piano di lottizzazione «Ai colli». «La modifica dell’andamento del terreno è limitata, e non cambia la percezione della collina morenica», sostiene il Tribunale amministrativo.S.ZA.
venerdì 3 ottobre 2008
LONATO. Maguzzano è salvo
Grande vittoria per tutti i lonatesi e gli amanti del Lago di Garda.
I terreni adiacenti la Chiesa abbaziale (del 1491-1496) di Maguzzano di Lonato sono stati vincolati da un'ordinanza proveniente dal sovrintendente di Brescia, che in questo modo salvaguardia l'ultimo spicchio di verde scampato dallo scempio della cementificazione sul Basso Garda.
In passato erano intervenuti illustri cittadini lonatesi a difesa della zona, tra questi Roberto Vecchioni e Vittorio Messori. Quest'ultimo, già giornalista del Corriere della Sera e più volte intervistatore di Papa Giovanni Paolo II, per il solo fatto di aver difeso in tutti i modi i terreni verdi di Maguzzano, ha confessato che «già due volte hanno spaccato i vetri della mia macchina parcheggiata fuori dall’abbazia e, tanto perché fosse chiaro che non si trattava di una ragazzata né del solito tentativo di furto, mi hanno lasciato un biglietto dentro l’auto».
Anche "Il Giornale" proprio due mesi fa scriveva delle minacce ricevute da Messori e dichiarava che questi messaggi spediti a chi ha difeso a spadatratta la bellezza del paesaggio di Maguzzano erano chiari segnali inviati dalla mafia nostrana e d'importazione. Comitato d'affari che agisce in tutto il Lago di Garda, senza mai essere scoperto.
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