venerdì 29 maggio 2009

«Borgo +39»

Brutte notizie per gli Azzolini di Arco che a Toscolano Maderno, dopo avere realizzato il primo tratto della passeggiata a lago, sono interessati all’operazione Borgo +39, assieme a Lorenzo Rizzardi, l’amministratore di Edilquattro, nonché presidente del Circolo vela di Gargnano. La Corte d’appello di Trento ha aumentato le pene per una serie di appalti truccati: per il patron del gruppo, Enrico Azzolini, è salita da tre a quattro anni, per il fratello Luca tre anni e 10 mesi, ecc. Leggero sconto, invece, per Walter (da 16 a 12 mesi). Secondo l’accusa gli imprenditori si accordavano, scambiandosi e-mail e informazioni sui ribassi, per aggiudicarsi le gare pubbliche.
ATTENDONO risarcimenti i Comuni di Nago Torbole, Riva, Mori, Nomi, Trento, Drò, Cavedine, Campodenno, Ala, Brentonico, Cles, Revò, Mezzolombardo e la Provincia.

venerdì 8 maggio 2009

Bandiere blu: Sirmione bocciata anche stavolta

Oggi milioni di italiani leggeranno su tutti i giornali i nomi delle migliori 113 località balneari italiane, premiate con la Bandiera Blu. Ma nell'elenco il lago di Garda è assente, zero «bandiere». Uno smacco, per il secondo anno consecutivo.
Non si può parlare oggi di una perdita, perché già lo scorso anno la Federazione europea per l'ambiente, la Fee, aveva revocato l'unica bandiera gardesana, quella di Sirmione, che era stata per anni in vetta alla hit parade delle località premiate per la loro qualità di acque, spiagge e servizi legati alla ricettività turistica.
SIRMIONE E LA RIVIERA del Garda insomma sono state cancellate tutto d'un colpo.
Il sindaco Maurizio Ferrari per ora preferisce non commentare la notizia, che certamente è di quelle che lasceranno il segno, dato che gli operatori turistici e la popolazione avevano sempre gradito di poter issare la bandiera blu. Anche se Ferrari per ora non intende parlare, rinviando ogni suo commento a una dichiarazione che farà entro pochi giorni, la ragione principale del mancato arrivo del riconoscimento non va ricercata tanto nella bocciatura del suo litorale, perché dopo tutto le spiagge sirmionesi sono state sempre premiate dall'Asl, quanto nella mancata adesione al bando di concorso.
Sembra che all'origine di tale scelta ci siano motivi di spesa perché i criteri di valutazione, stando al brevissimo commento del sindaco di Sirmione, da quest'anno erano ancora più rigidi degli anni passati ed occorreva, pertanto, mettere mano a nuovi servizi.
TRA L'ALTRO, Sirmione non ha ancora realizzata l'isola ecologica (la sua inaugurazione è prevista per fine mese) e, quindi, non avrebbe potuto in alcun caso chiedere la bandiera blu, che richiede servizi ben precisi anche in tema di trattamento dei rifiuti.
Non appare preoccupata nemmeno la Comunità del Garda che, per voce del suo segretario generale Lucio Ceresa, osserva che «anche se non ci sono sul Garda località con la bandiera europea, la qualità complessiva dell'offerta dei servizi sia nel settore pubblico che in quello privato, resta alta come del resto ha confermato giusto l'altro ieri il presidente dell'Enit Matteo Marzotto, intervenendo a Limone».
Ceresa, inoltre, fa notare che «le 125 spiagge dell'intero bacino del Garda da molti anni, tranne sporadiche eccezioni, sono balneabili».
I criteri imperativi per l'assegnazione della bandiera sono l'assoluta validità delle spiagge, l'efficienza della depurazione delle acque reflue, presenza di aree pedonali e piste ciclabili, e altri parametri.

Maurizio Toscano

mercoledì 6 maggio 2009

Sirmione, niente palme «I pini sono la nostra storia»

Già in bilancio 300 mila euro. Ambientalisti soddisfatti Rinaldi L'amministrazione non è stata in grado di motivare la ragioni dell' abbattimento. Un paesaggista studierà il nuovo look

SIRMIONE (Brescia) - «Niente palme, Sirmione non è Alassio». Luca Rinaldi, sovrintendente ai Beni architettonici e paesaggistici di Brescia, non ha dubbi: sul lungolago della penisola di Sirmione non c' è posto per le palme. Così i pini di Catullo sono salvi. All' inizio di febbraio l' amministrazione comunale aveva votato una delibera per il maquillage di viale XXV Aprile, il viale che dal castello costeggia il lago fino al centro storico. Al posto dell' ombra garantita dai tipici «cappelli» verdi dei Pinus pinea avrebbero trovato spazio 118 palme (per un costo di 300 mila euro già messi in bilancio). Ma il «niet» della Sovrintendenza è arrivato prima dei giardinieri. «Quei pini sono un patrimonio della città - chiosa Rinaldi, pensando a come sarebbe cambiato il panorama di Sirmione se le palme avessero trovato posto sul lungolago -. Per questa ragione abbiamo bloccato il progetto. L' amministrazione non è stata in grado di motivare le ragioni dell' abbattimento dei pini. Nei prossimi mesi un paesaggista dovrà indicare una soluzione che tenga conto delle nostre osservazioni». Gli interventi programmati dal Comune erano partiti a metà febbraio, con l' abbattimento di tre alberi all' imbocco di viale XXV Aprile. Continua Rinaldi: «I pini sarebbero stati abbattuti non perché malconci o malati, ma solo per rinfrescare il look alla passeggiata. In municipio avevano scelto le palme perché meno dispendiose da curare. Motivazioni troppo generiche per cancellare un pezzo di storia del lago. I nostri tecnici, infatti, hanno trovato immagini del 1950 dove i cappelli verdi erano già rigogliosi». Adesso sarà compito di Darko Pandakovic, architetto paesaggista, trovare una alternativa alle palme, senza prevedere l' abbattimento di nessun albero. I pini marittimi sono stati piantati sulle sponde del lago a metà dello scorso secolo e negli ultimi anni sono diventati il simbolo del Garda assieme a lecci, querce, cipressi e ulivi. «Anche l' occhio vuole la sua parte - conclude il sovrintendente -. I pini garantiscono ombra e, al tempo stesso, appagano la vista. Le palme, invece, sarebbero state una nota stonata. Pandakovic, che ha già studiato l' impatto paesaggistico delle piste di sci del Tonale e Pontedilegno, dovrà valorizzare il lungolago partendo proprio dai pini che dovevano essere abbattuti». Canta vittoria anche il comitato ambientalista che da anni si batteva per la valorizzazione del lungolago di Sirmione e di punta Grò. I volontari, insieme a Italia Nostra, a febbraio aveva puntato il dito contro le palme chiedendo l' intervento della Sovrintendenza. «Fortunatamente - spiega Laura Simeone, portavoce del comitato - ci ha dato ragione. Non solo sono state bocciate le palme, che poco si sarebbero sposate con il lungolago, ma anche i lavori della passeggiata che avrebbe cancellato i canneti di punta Grò. Il lago di Garda è un patrimonio di tutti che non può essere rovinato dalla miopia di pochi...». Giuseppe Spatola

Spatola Giuseppe

Pagina 10
(5 maggio 2009) - Corriere della Sera