sabato 17 gennaio 2009

La salute dei canneti del lago

Convenzione tra Provincia e Comuni rivieraschi . Fiorio: «Così è garantita l’omogeneità di intervento». Controlli sullo stato della vegetazione e sui tagli necessari per tutelarla

Questa mattina, alle 11, in sala conferenze della Caserma Cacciatori di Peschiera, Provincia e Comuni di Bardolino, Castelnuovo, Lazise e Peschiera firmeranno il protocollo d’intesa di quello che è stato «battezzato» come «Progetto unitario di manutenzione e gestione delle aree a canneto». L’accordo assegna alla stazione sperimentale «Eugenio Zilioli» del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irea) di Sirmione il compito di monitorare la salute dei canneti presenti sulla costa veronese del Lago di Garda e indicare le linee operative con i cui i Comuni provvederanno alla loro pulizia e tagli manutentivi. Per questi interventi i Comuni riceveranno dalla Provincia, per il 2009, un contributo complessivo di 40mila euro. «Credo sia un passaggio molto importante», dice Gianluca Fiorio assessore all’ambiente di Peschiera. «Mi sembra giusto ringraziare la Provincia che è stata l’attore principale attore principale e ha coordinato il progetto. E naturalmente va sottolineata la collaborazione con gli altri Comuni perché ci permette non solo di ottimizzare le risorse ma anche di attuare una stessa linea operativa che mi pare necessaria per poter garantire al meglio la tutela dei canneti ripariali». Questa vegetazione costituisce una delle caratteristiche salienti del paesaggio lacustre tanto da essere uno degli elementi determinanti per l’individuazione dell’area del basso lago come Sito di interesse comunitario (Sic) e Zona di protezione speciale (Zps). Un ambiente dal delicato equilibrio. Non a caso lo stesso protocollo d’intesa sottolinea il ruolo del canneto «che costituisce una risorsa naturalistica importantissima quale habitat per moltissime specie di uccelli acquatici, sia per la fase di nidificazione e riproduzione, ma anche come area di alimentazione e rifugio». Il documento indica anche il ruolo prioritario del canneto «nell’ottica della valorizzazione ed incremento delle specie di pesci di maggiore valore naturalistico e, nello stesso tempo, di interesse economico». Sino ad ora sulla sponda veronese la manutenzione dei canneti, ovvero i tagli e gli sfalci, sono stati gestiti in modo autonomo dai diversi Comuni preventivamente autorizzati dalla Provincia. L’assessore Fiorio sottolinea anche il ruolo della stazione sperimentale del Cnr che dopo la firma dell’accordo acquisirà tutta la documentazione predisposta sino ad ora dai vari Comuni inerente il progetto manutentivo delle rispettive aree a canneto; dopo di che predisporrà il progetto individuando, tra l’altro, i tempi degli interventi e i criteri di monitoraggio. «Non è da tutti avere così vicina una sede operativa di un ente così prestigioso. È una vera fortuna anche perché sono loro a seguire un analogo progetto già in corso dal 2001 e che riguarda i canneti della sponda bresciana che sono in continuità con la nostra. Niente di meglio, dunque», dice Fiorio, «che ci sia un’omogeneità di progetto e di modo di procedere alla manutenzione che, bisogna ricordare, é indispensabile anche per prevenire implicazioni di carattere igienico-sanitario derivanti dall’accumulo, all’interno dei canneti rivieraschi, di rifiuti piaggiati dalle onde».

G.B tratto da L'Arena

mercoledì 7 gennaio 2009

SIRMIONE. Canneti, confermati i danni.

AMBIENTE. A Sirmione e Desenzano gli episodi, le sanzioni a carico dei responsabili

È allarme per la devastazione dei canneti a Sirmione e Desenzano, parti essenziali di un delicato ecosistema lacuale indispensabile per la fitodepurazione delle acque e per la vita di molte specie ittiche e volatili. In questi giorni si stanno concludendo le verifiche disposte dall’assessore provinciale all’Ambiente Enrico Mattinzoli. I sopralluoghi condotti dai tecnici dell’assessorato, dal comando polizia locale del comune di Sirmione e dal centro di Rilevamento ambientale dello stesso Comune hanno permesso di verificare che nel caso del cantiere di via XXV aprile vi è stata l’effettiva distruzione di buona parte del canneto e sono stati identificati i responsabili; relativamente al canneto in loc. S. Vito, sono in corso una serie di approfondimenti.
Anche la verifica dell’episodio segnalato a Desenzano in località Zattera ha permesso di accertare l’effettivo danneggiamento di parte del canneto, sono in corso le verifiche per risalire ai responsabili. «Sulla base delle previsioni della legge regionale 31 marzo 2008 - spiega ancora l’assessore Mattinzoli - che dispone la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e della vegetazione spontanea e che vieta il danneggiamento e la distruzione dei canneti, i responsabili degli illeciti sono puniti con una sanzione amministrativa da 500 a 4.000 euro nonché con le relative sanzioni amministrative e penali nel caso in cui i fatti abbiano comportato anche un illecito in materia di tutela del paesaggio». L’assessorato ricorda anche i contributi recentemente assegnati relativamente agli interventi di gestione, manutenzione e salvaguardia dei canneti (in totale 55mila euro): 27mila euro a Sirmione, 14 mila a Desenzano, 9 mila e 500 euro a Moniga, circa 3mila 800 euro a Padenghe. (P.GO. bresciaoggi.it 3 Gennaio 2009)

MONIGA. Sentenza giudica illegittimi gli hangar

MONIGA. Una controversa vicenda che prende il via ancora nel 2005

Sentenze del Tar: «Illegittimi gli hangar costruiti nel porto»

La Soprintendenza di Brescia l’ha spuntata nel ricorso al Tar contro gli hangar costruiti nel porto di Moniga. Il 31 maggio 2007 il Comune ha autorizzato una società a responsabilità limitata a realizzare dei capannoni interrati, da destinare al rimessaggio di imbarcazioni. Ma due mesi dopo la Soprintendenza ha annullato il provvedimento, sostenendo che l’intervento era già stato eseguito abusivamente, e, di conseguenza, si trattava di una sanatoria illegittima. In novembre il Comune ha così ordinato lo sgombero dei locali, provvedimento poi revocato, in attesa della sentenza ora depositata. La vicenda inizia ancora nel 2005. Dopo l’invio della denuncia di inizio attività per la costruzione degli hangar, l’esperto ambientale del Comune aveva espresso il proprio assenso, prescrivendo di aumentare lo spessore del terreno vegetale al fine di ripiantare le essenze arboree esistenti, e di variare l’altezza per seguire il più possibile l'andamento naturale del terreno. In seguito il municipio chiese ai privati nuovi documenti, tra cui le tavole progettuali aggiornate. I lavori furono eseguiti ugualmente, nel corso del 2006. Il Comune rilasciò una prima autorizzazione il 7 dicembre e un’altra nel maggio del 2007, entrambe annullate dalla Soprintendenza, e oggetto del dibattimento. «Il parere dell’esperto ambientale costituisce un semplice atto istruttorio – dice adesso il Tar, davanti al quale si è costituita anche Italia Nostra - e non una sorta di autorizzazione implicita all’inizio dei lavori». E, per quanto riguarda la sanatoria, bisogna percorrere un cammino differente, acquisendo in via preventiva e vincolante il sì della Soprintendenza, che in tal caso deve entrare nel merito. (S.Z. bresciaoggi.it 04/01/2009)